Manifesto filosofico: l’impegno filosofico di Locati ha avuto un coinvolgimento progressivo fin dalla fase giovanile. È nato dal desiderio di migliorare continuamente il suo conoscere e lo ha indotto allo studio ed allo sviluppo del tema esistenziale della convivenza tra materia e spirito, tra la legge delle cose del mondo e i pensieri della mente.
Le risposte della filosofia tradizionale non gli avevano dato alcun appagamento rimanendo irrisolta la secolare contrapposizione tra idealismo e positivismo.
Solo il provvidenziale intervento di Wittgenstein agli inizi del Novecento, ha scosso questo confronto storico introducendo giustamente il terzo elemento “essenziale” per il conoscere e per la sua trasmissione: la parola del linguaggio.
Lo ha fatto lasciando la sua immagine come quella di una componente negativa del conoscere: l’elemento labile e inquinante, perché portatore delle interpretazioni personali. Il percorso di Locati attraverso numerosi scritti ha condotto al superamento e alla definizione di questo portatore di indeterminatezza per proseguire poi nella ricerca di soluzioni logiche e rigorose fondate e originate da questa labilità. I suoi scritti hanno sviluppato progressivamente una ricerca fino al proseguimento di una lettura “reale” della realtà.
La sua conclusione avviene con l’enunciazione della “Teoria della disuguaglianza”. Una teoria che rischia di sconvolgere contemporaneamente non solo il pensiero filosofico ma anche quello scientifico e che giunge nel momento più opportuno per giustificare in modo razionale gli sconvolgimenti ideologici prodotti dalla nascita del computer. E’ una conferma molto attuale del passaggio in corso dal pensiero euclideo a quello post-euclideo.

Infatti in questo scritto del 2019 Locati pone ancora più decisamente l’accento sulla
matematica e sulla geometria post-euclidea, portata avanti dalla fine del Settecento e
nel corso dell’Ottocento da pionieri quali Gauss, Lobacevskij, Riemann, Boole e altri,
fino ad arrivare al Novecento e alla modernità con Alan Turing, uno dei principali
padri del computer.
L’anno successivo Locati pubblica altri due volumi: Il mio pensiero completo, che
stila un bilancio di quanto da lui elaborato in via teorica fino a quel momento. E Il
punto zero del conoscere, uno scritto in cui pone l’accento sul ruolo dei logaritmi
individuando il momento in cui è sorto l’impulso umano a trovare coincidenze e
uguaglianze, ovvero quel primo istante in cui il nostro progenitore, l’uomo primitivo,
ha allineato in sequenza dei sassi, dal più piccolo al più grande, denominandoli poi 1,
2, 3 e così via.
Vedono infine la luce nel 2021 altri due volumi: Scienza o Filosofia? e Il passo
lungo della meditazione (Dio esiste?). Nel primo, oltre a riassumere le posizioni
precedenti, l’autore lega in maniera indissolubile – al di là della visione epistemica
tradizionale – queste due discipline, dando vita alla filoscienza che, sola e unica, può
interpretare in forma compiuta il mondo che ci sta davanti. Alla base del secondo
volume troviamo invece il quesito: “Perché dobbiamo avere due fisiche: una per il
mondo “normale”, della realtà quotidiana, e una per l’atomo?”, a cui Locati
risponde riscrivendo la natura delle leggi che governano l’infinitamente piccolo: il
nucleo e l’elettrone all’interno dell’atomo.