UN DIALOGO TRA GLI SCRITTI FILOSOFICI E LE OPERE D’ARTE:

“Nella “Logica del Pensato” ho studiato la parola nella sua essenzialità interna, ho scoperto la sua natura ermeneutica, che non è solo casuale, ma, al contrario proprio nella sua casualità rivela una costruzione gaussiana, con una forma grafica a campana di Gauss, e quindi anche una sua logicità interiore.
Non solo casualità, ma anche logica”.


“Nei pensieri successivi, sviluppatisi attorno al più completo accostamento di diverse parole, cioè nelle proposizioni, ho scoperto la relatività assoluta dei riferimenti. Sono i riferimenti speculari illustrati nella “Relatività Assoluta”
Da un tipo di conoscenza che sembrava dirigersi verso una crescente caoticità, sono emersi due elementi “caratterizzanti”: in primo luogo la labilità della parola e in secondo luogo la relatività dei riferimenti tradizionali e la loro moltiplicazione speculare”.


“Nello studio analitico e comparato della orma gaussiana, vista come elemento di casualità (in modo induttivo e statistico). E visto come elemento portatore di casualità (in modo deduttivo e scientifico) ho ricavato nella “Purificazione del Pensiero” un sistema di due equazioni che, in modo logico e con rigore scientifico, mi ha portato ad una soluzione appagante.
Esiste quindi, all’interno della parola ermeneutica, la soluzione per ora più prossima ad una spiegazione del collegamento tra materia e spirito, tra realtà umana e la realtà utopistica della scienza e quindi anche tra pensieri e cose”.


Una visione così ampia non può che includere necessariamente la sua personale chiave di lettura sul nostro motivo di esistere. E’ quanto enunciato nel volume “Perché Cristo…” edito dalla Università Ludes di Lugano.


“Parto da zero, parto cioè dall’uomo che solo, immerso nella natura cerca di creare il “proprio conoscere”. Egli deve individuare cosa c’è in comune e quali leggi regolano la natura, cioè gli alberi, le foglie, i fili d’erba, i sassi, le nuvole, ecc…
C’è una legge che regola la loro esistenza? Sì, c’è ed è molto evidente: è la totale assenza di uguaglianze”


“Questo scritto nasce con lo scopo preciso di riassumere in modo consequenziale la successione di tutti i miei testi precedenti. Il percorso, iniziato nei primi anni ’70, completa ora in maniera definitiva la mia personale risposta ad una convinzione che ho sempre portato dentro di me.
Non ho mai smesso di ritenermi uno strano portatore unico di due splendide realtà, quella della materia e quella dello spirito”.


“Ne Il punto zero del conoscere non solo ribadisco l’importanza dei logaritmi per interpretare le cose del mondo, ma individuo il momento preciso in cui nasceva – nella preistoria – quell’impulso umano a trovare coincidenze e uguaglianze tra oggetti che, oggi sappiamo, uguali non sono affatto…
Il mio percorso ha cercato di indicare una via verso il chiarimento del nostro rapporto con la realtà”.


“Secondo il pensiero euclideo, queste due discipline apparivano come inconciliabili; la filosofia era il regno del conoscere vago e la scienza il luogo della rigorosità…
Non c’è più alcun motivo di considerare le due discipline indipendenti ed autonome. Ora sono entrambe patrimonio comune, gestito in comune, di un conoscere globale. È il conoscere unico, completo”.


“Una visione sconvolgente della realtà. Contro un atomo materico, adesso ci troviamo un quanto energetico. Sempre entità elementari, però uno di natura materiale, concreta e l’altro di natura ondulatoria astratta. Sembra quasi un confronto tra materia e spirito…
Diventa evidente che le due impostazioni sopra riportate, quella euclidea e quella energetica, fanno parte della nostra unica esistenza e richiedono quindi un’unica risposta”.
