UN DIALOGO TRA GLI SCRITTI FILOSOFICI E LE OPERE D’ARTE:

“Nella “Logica del Pensato” ho studiato la parola nella sua essenzialità interna, ho scoperto la sua natura ermeneutica, che non è solo casuale, ma, al contrario proprio nella sua casualità rivela una costruzione gaussiana, con una forma grafica a campana di Gauss, e quindi anche una sua logicità interiore.
Non solo casualità, ma anche logica”.


“Nei pensieri successivi, sviluppatisi attorno al più completo accostamento di diverse parole, cioè nelle proposizioni, ho scoperto la relatività assoluta dei riferimenti. Sono i riferimenti speculari illustrati nella “Relatività Assoluta”
Da un tipo di conoscenza che sembrava dirigersi verso una crescente caoticità, sono emersi due elementi “caratterizzanti”: in primo luogo la labilità della parola e in secondo luogo la relatività dei riferimenti tradizionali e la loro moltiplicazione speculare”.


“Nello studio analitico e comparato della orma gaussiana, vista come elemento di casualità (in modo induttivo e statistico). E visto come elemento portatore di casualità (in modo deduttivo e scientifico) ho ricavato nella “Purificazione del Pensiero” un sistema di due equazioni che, in modo logico e con rigore scientifico, mi ha portato ad una soluzione appagante.
Esiste quindi, all’interno della parola ermeneutica, la soluzione per ora più prossima ad una spiegazione del collegamento tra materia e spirito, tra realtà umana e la realtà utopistica della scienza e quindi anche tra pensieri e cose”.


Una visione così ampia non può che includere necessariamente la sua personale chiave di lettura sul nostro motivo di esistere. E’ quanto enunciato nel volume “Perché Cristo…” edito dalla Università Ludes di Lugano.


“Parto da zero, parto cioè dall’uomo che solo, immerso nella natura cerca di creare il “proprio conoscere”. Egli deve individuare cosa c’è in comune e quali leggi regolano la natura, cioè gli alberi, le foglie, i fili d’erba, i sassi, le nuvole, ecc…
C’è una legge che regola la loro esistenza? Sì, c’è ed è molto evidente: è la totale assenza di uguaglianze”
